(Agenzia Vista) Roma, 12 febbraio 2025
È stato presentato questa mattina lo studio Svimez – Ref Ricerche ‘Dove vanno le regioni italiane. Le previsioni regionali 2024-2026’, da Fedele De Novellis (Ref) e Stefano Prezioso (Svimez). Alla presentazione sono intervenuti il presidente SVIMEZ Adriano Giannola, il direttore generale Svimez Luca Bianchi, il docente di economia e politiche regionali al Politecnico di Milano Ugo Fratesi, la docente di scienza politica all’Università di Padova Laura Polverari, il docente di economia applicata all’Università di Bari Gianfranco Viesti. Un sentiero restrittivo della politica fiscale e un contesto europeo debole spiegano una crescita dell’Italia sotto l’1% nel triennio 2024-2026. Dopo un Pil a +0,6% nel 2024, la Svimez stima una crescita nazionale dello 0,7% nel 2025 e dello 0,9% nel 2026, con il Sud che dal 2025 torna a crescere meno del Nord. Il rallentamento della crescita è la conseguenza di fattori comuni all’area euro, come il ripristino dal 2024 dei vincoli del Patto di Stabilità europeo, la recessione dell’industria dovuta a calo della domanda per beni durevoli, con la crisi di settori traino come l’automotive, la debolezza del commercio internazionale, l’aumento dei costi dell’energia. Ma sono anche i fattori specifici del contesto italiano a incidere: un quadro di finanza pubblica nazionale che concentra la contrazione del deficit nel 2024-25; un peso rilevante del settore automotive e un ruolo decisivo della domanda estera, con una forte interdipendenza con l’industria tedesca. Da sottolineare tuttavia, che le previsioni non tengono in considerazione la grande incertezza «Trump», provocata dalle ipotesi di inasprimento dei dazi sulle esportazioni verso gli Stati Uniti. Per quanto riguarda le singole regioni italiane nel 2025 si prevede per il Veneto una crescita dell’1,2%, dell’1,1%, per la Lombardia, dell’1% per l’Emilia Romagna, regioni più strutturate capaci di compensare la debolezza dell’export con la tenuta della domanda interna, mentre arrancano l’Umbria con lo 0,2%, la Liguria 0,4%, Puglia e il Molise con lo 0,5% regioni meno esposte al rallentamento del commercio estero ma con meno elementi capaci di far decollare la crescita.
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Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev