(Agenzia Vista) Roma, 27 marzo 2024
"Per testimoniare quanto, sessant'anni dopo, chi oggi, da anima e vita, dalla sua anima alla lega del Filo d'Oro sia stata all'aspezza del suo esempio, sia stato messaggero non di speranze, ma realizzatore concreto di opere compiute nel nome di quella dignità a cui ha diritto ogni essere umano, in nome di quella pervicace, ossessionata, indomita, volontà di restituire normalità a chi è sordoceco o pluriminorato psicosensoriale. Perché non di miracoli, ma di recupero di normalità, si nutre chi, dai volontari e terapisti, dal personale di assistenza a tutta la struttura che guida la fondazione, si dona alla lega del Filo d'Oro e dunque ai suoi ospiti. Non dico a caso donarsi, perché per riuscire a strappare le catene di chi è costretto a vivere nella prigione di giorni vuoti non basta la semplice prestazione professionale, non è sufficiente l'adempimento pur costante e generoso del lavoro, è necessario donarsi. Significa che il dono di sé si trasforma in servizio, in un gesto, lasciatemi dire, eversivo, che riesce a spezzare quelle catene e a dar luce in quella caverna. Qualcuno chiama tutto questo amore, ed è certamente nel nome di un amore che è fatto di doni quotidiani, che si scopre e sperimenta l'alterità assoluta che conferisce finalmente identità a chi abita le stanze della lega del Filo d'Oro " lo ha detto il vicepresidente della Camera Mulè all'evento organizzato alla Camera per i sessant'anni della Lega del Filo d'Oro.
Durata: 01_29
Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev